Strategie per le imprese italiane: ottimizzare fino al 55% della spesa per il personale attirando specialisti digitali

La crisi finanziaria e la mancanza di talenti sfidano l’economia italiana con un impatto sulle imprese di tutto il paese. Con la scarsità di lavoratori qualificati e le elevate imposte che ostacolano la crescita economica, nella loro ricerca del successo le imprese italiane affrontano sempre gli stessi problemi.

In questo contesto per le aziende italiane diventa imperativo esplorare approcci di assunzione alternativi che sono adatti al contesto imprenditoriale locale. Trovando soluzioni innovative per ottimizzare le spese per il personale, alleviare l’onere fiscale e abbracciare le moderne pratiche di coinvolgimento dei dipendenti, le piccole e medie imprese possono aumentare le loro possibilità di prosperare in mezzo alla crisi dei talenti.

Approfondimenti dai sondaggi

Secondo un sondaggio condotto da ManpowerGroup, oltre il 50% dei datori di lavoro italiani ha segnalato difficoltà nel trovare personale qualificato. La carenza di lavoratori qualificati si osserva principalmente nei settori dell’informatica, dell’ingegneria, della scienza e dell’assistenza sanitaria. Questo problema è legato a diversi fattori, come il calo di natalità, l’elevato livello di disoccupazione giovanile e la mancanza di investimenti nell’istruzione e nella formazione professionale.

La carenza di personale qualificato è particolarmente evidente nel settore delle tecnologie dell’informazione. Il sondaggio " Digital Talent Gap in Italy " condotto da LinkedIn mostra che l’Italia ha una carenza di specialisti di tecnologia digitale di oltre 80.000 persone.
Concentriamoci su diversi modelli di compensazione che sorgono nell’assunzione e nel lavoro con gli specialisti.

1. Un’azienda italiana assume un dipendente
Per ogni dipendente assunto ogni azienda paga le imposte che equivalgono al circa 65% dello stipendio. Questa cifra è composta da:

IRPEF (imposta sul reddito) — il 23%
INPS (contributi previdenziali) — dal 9,19% al 10,49%
Tasso di contribuzione pensionistica- il 33%

I dipendenti possono avere periodi di malattia, congedi di maternità, lavorare improduttivamente o non avere lavoro da fare ma l’azienda comunque li retribuisce e paga le imposte associate. Nei casi in cui l’azienda non genera un profitto, può incontrare crisi interne che ostacolano l’ulteriore sviluppo. Reindirizzando i fondi stanziati per un singolo dipendente sul personale, l’azienda può invece coinvolgere due liberi professionisti che completino il lavoro specialmente per il progetto, fornire aggiornamenti regolari sui progressi e pagare le tasse sui rispettivi guadagni.

2. Un’azienda italiana lavora con un appaltatore non residente

Alcune aziende lavorano già a ore o progetto per progetto con liberi professionisti stranieri. Grazie a questo, possono gestire in modo più flessibile le loro risorse finanziarie senza pagare il 65% dello stipendio e senza assumere obblighi aggiuntivi. Tutto ciò che devono pagare per l’appaltatore non residente è l’IVA del 22% per ogni esecutore.

3. Un’azienda italiana assume un professionista non residente tramite EasyStaff e risparmia il 15% sull’IVA

Assumere liberi professionisti da remoto non residenti può aiutare le aziende italiane a risolvere la loro crisi di talenti perché permette ai datori di lavoro di scegliere specialisti con qualsiasi esperienza, qualsiasi esigenza finanziaria e da qualsiasi città del pianeta. I liberi professionisti possono lavorare in un modo flessibile, avere qualifiche elevate e un’esperienza lavorativa adatta, consentendo alle aziende di riempire rapidamente i posti vacanti e mantenere un lavoro all’alto livello di qualità.

Inoltre, assumendo liberi professionisti non residenti le aziende possono risparmiare fino al 65% sulle spese del personale. Quando si lavora con tali specialisti, le aziende pagano solo il 22% di IVA. Ma questa imposta può essere ulteriormente ottimizzata del 15% quando si lavora con i liberi professionisti tramite EasyStaff.

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